Diversi tipi di Uso Problematico di Internet

La letteratura internazionale sul tema ha evidenziato la necessità di differenziare le diverse attività legate all’Uso Problematico di Internet in categorie che rispecchiano il tipo di app o siti web utilizzati dagli utenti [4] [14]:

  • Cybersex: si riferisce alla ricerca di un’interazione sessuale con un'altra persona mediato da Internet. I comportamenti ad essa associati sono: visionare siti pornografici masturbandosi, incontrare altri utenti in chat erotiche, scambiare e-mail o annunci per incontrare partner sessuali e ricercare utenti a scopo di masturbazione reciproca davanti a una web-cam. In riferimento a questo ambito sono state rilevate conseguenze negative tra cui depressione, ansia e difficoltà relazionali, problemi a livello professionale e finanziario, diminuzione dell’interesse per la sessualità offline [5][6], isolamento interpersonale [7], sentimenti di colpa e vergogna [8], nonché problemi a livello familiare [9].
  • Cyber-relationship: si riferisce alla tendenza a privilegiare l’instaurazione e il mantenimento di relazioni online attraverso l’uso dei social network come Facebook, Instagram e Whatsapp. Gli individui problematici preferiscono le relazioni online piuttosto che comunicare faccia a faccia con gli altri. Gli amici online diventano più importanti per l'individuo, spesso a scapito della famiglia e degli amici reali. Si tratta di una forma di relazione nella quale spesso l’anonimato permette di costruirsi una nuova identità, con caratteristiche fisiche e caratteriali anche molto lontane da quelle reali [10].
  • Net compulsions: si riferisce ad un uso di Internet connotato da comportamenti ripetitivi, che comprende il gioco d'azzardo patologico, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo. In particolare, gli individui utilizzano i casinò virtuali, i siti delle case d'asta o le scommesse su Internet, perdendo importi eccessivi di denaro e arrivando perfino a interrompere o modificare aspetti importanti della vita come lavoro o relazioni [10].
    • Gioco d’azzardo online: si riferisce a “puntare o scommettere una data somma di denaro, oppure un oggetto di valore, sull’esito di un gioco che può implicare la dimostrazione di determinate abilità o basarsi sul caso” [11]. Tuttavia, negli anni è stato descritto come disturbo mentale vero e proprio e introdotto all’interno del DSM 5 come “Gambling Disorder” [12]. Per saperne di più clicca sulle InfoSalute:
      http://dpss.psy.unipd.it/sap-bsr/info-salute/gambling0.php
    • Shopping online: si riferisce alla tendenza ad acquistare compulsivamente articoli online, indipendentemente dalla disponibilità economica del soggetto. Tale condotta può comportare perdite economiche per la persona, quindi può rappresentare un aspetto determinante. Questo comportamento prevede una componente di attivazione fisiologica legata all’atto dell’acquisto, che diventa problematico quando si mette in atto di nascosto oppure quando non vi è il senso dell’acquisto, ma solo la gratificazione nel gesto.
  • Gaming online: si riferisce all’uso di videogiochi utilizzando Internet, spesso in connessione con altri giocatori, attraverso varie piattaforme. L'uso problematico dei videogiochi online è caratterizzato da un coinvolgimento intenso nelle attività di gioco in termini di quantità di tempo e investimento personale. Inoltre, si possono riscontrare alcune caratteristiche proprie delle dipendenze: le variazioni nei circuiti neurotrasmettitoriali (alterazione del sistema dopaminergico legato al rinforzo) e le alterazioni comportamentali (controllo degli impulsi, inibizione, controllo cognitivo) [13]. Per saperne di più clicca sulle InfoSalute: http://ip146172.psy.unipd.it/sap-bsr/info-salute/gamingonline0.php
  • Information overload: si riferisce a un bisogno incontrollato di passare molto tempo in rete per trovare notizie, aggiornamenti o qualsiasi altra informazione. Il soggetto non è mai soddisfatto di ciò che ha trovato e continua la ricerca, fino al punto in cui questa si trasforma in ossessione. L’esito di questa ricerca di solito si conclude con l’incapacità di decidere o scegliere una specifica informazione sulla quale focalizzare l'attenzione, a causa della confusione tra pareri discordanti e del sovraccarico di informazioni che si viene a creare. Inoltre, in molti casi questa ricerca estrema, tende a far esaurire completamente il tempo libero e, in casi più gravi, anche quello lavorativo [14][15].

Caplan ha sviluppato un modello teorico e un successivo questionario, il Generalized Problematic Internet Use Scale 2 (GPIU2, 2010) [16] composto da 15 item, attraverso il quale è possibile valutare il livello di rischio associato al proprio utilizzo di Internet. In tal senso, è possibile identificare la presenza di un Uso Problematico di Internet in termini di preferenza per le interazioni sociali online piuttosto che faccia a faccia, l’uso di Internet per regolare il proprio umore, l’eccessiva preoccupazione per quello che succede online, la difficoltà a regolare l’uso e le conseguenze negative per la vita familiare, professionale e sociale.

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