Sessualità

NEUROFISIOLOGIA del PIACERE

Le ricerche a proposito del piacere sessuale dicono che la qualità di questo piacere non dipende da recettori periferici particolari o da parti del sistema nervoso specifiche, come avviene per altre sensazioni, ma che tutto ciò viene elaborato come tale a livello di sistema nervoso centrale, soprattutto a livello corticale, a partire dalla globalità dell'esperienza individuale, sia sensoriale che interiore. Questo spiega l'aspetto essenzialmente psichico della variabilità individuale della sessualità: nessuno ha un cervello uguale a quello di un altro.
La genetica determina la formazione del cervello, ma la sua microstruttura e la sua funzionalità dipendono dall'esperienza: questa è diversa da individuo a individuo. L'ereditarietà infatti, da sola, non spiega l'individuo. La mente si forma partendo da basi biologiche che subiscono l'influenza dell'ambiente e la sessualità è una dimensione "particolare" della mente umana e quindi diversa da soggetto a soggetto. Così, si spiegano tutti i collegamenti con le immagini interiori (l'immaginario erotico) e le memorie che condizionano l'attrazione sessuale, l'innamoramento e l'eccitazione, fino all'orgasmo.
Gli studi neurofisiologici, dimostrando il massiccio coinvolgimento delle zone neurali che elaborano le emozioni, sembrerebbero contraddire questa interpretazione. La sessualità umana sarebbe allora definibile come una emozione, e come tutte le emozioni essa si manifesta anche somaticamente. Peculiarità della emozione sessuale umana, rispetto ad altre emozioni, è la più grande ed evidente manifestazione somatica, che concerne i genitali.
Da tali studi derivano inoltre indicazioni per una terapia essenzialmente psicologica delle cosiddette disfunzioni sessuali, che verrebbero interpretate più che come reali disfunzioni, originate cioè da qualche causa che ha turbato la funzione normale del sistema cui si riferiscono, come peculiarità funzionali del singolo individuo in relazione alla propria "dimensione sessuale".
(contributo della Dott.ssa Panzeri, ricercatrice presso l'Università degli Studi di Padova).