Sessualità

MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

Le malattie sessualmente trasmissibili (MST) hanno un forte impatto sulla salute sessuale e riproduttiva a livello globale. Nel mondo sono circa 499 milioni le persone, di età compresa fra i 15 ed i 49 anni, che contraggono ogni anno una delle 4 più diffuse MST: clamidia, gonorrea, sifilide, trichomonas vaginalis, a cui si aggiungono le infezioni genitali virali provocate da herpes simplex virus di tipo 1 e 2 e quelle da papilloma virus umano. Questi dati sulla diffusione delle MST, pubblicati di recente dall’Organizzazione mondiale di sanità (OMS) nel documento Global incidence and prevalence of selected curable sexually transmitted infections, evidenziano chiaramente, ancora una volta, come queste malattie rappresentino un serio problema di salute pubblica in tutti i paesi del mondo. Tra le altre MST si annoverano : AIDS, condilomi, donovanosi, epatiti, linfogranuloma venereo, pediculosi, scabbia, ulcera molle.

http://www.intelligenzasessualmentetrasmissibile.org/mst/Tutte.html

 


CLAMIDIA

È una Malattia Sessualmente Trasmissibile molto comune ed è causata da un batterio, la Chlamydia trachomatis. Si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti di qualsiasi tipo (orale, vaginale, anale). La Clamidia è un’infezione “silenziosa” perché spesso i suoi sintomi non sono sempre evidenti e spesso possono essere scambiati per lievi disturbi di altro genere. Seppur caratterizzata da manifestazioni molto leggere, alla lunga, se non curata, può essere causa di seri danni all’apparato riproduttivo (soprattutto quello femminile). Spesso viene trasmessa assieme alla Gonorrea. Quindi vengono sempre curate entrambe le infezioni contemporaneamente. Chi è infettato da Clamidia corre un rischio cinque volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive. Una volta guariti non si acquisisce immunità nei confronti di successive infezioni: si può infatti essere nuovamente contagiati un numero infinito di volte.

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Praticando sesso orale non protetto (sia attivo che passivo)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Tramite la masturbazione reciproca
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Tramite passaggio del batterio dalla madre infetta al bambino durante il parto

Quali sono i sintomi?

Nell’uomo (da una a tre settimane dopo il contatto): spesso è asintomatica, bruciore sulla punta e lungo il pene, perdite di consistenza fluida, dolore al retto (se trasmessa durante rapporto anale)
Nella donna: spesso è asintomatica, perdite vaginali anomale, fastidiosa sensazione di irritazione, dolori al basso ventre e alla schiena, nausea, febbre, perdite sanguinolente anche fuori dal normale ciclo mestruale, dolore al retto (se trasmessa durante rapporto anale)

Cosa succede se non si cura?

Se non viene curata, possono insorgere conseguenze anche a lungo termine fino a portare, nella donna, a: infiammazioni pelviche, danno permanente alle tube, all’utero e ai tessuti circostanti con conseguente dolore cronico, infertilità e possibilità di gravidanze extrauterine.
Negli uomini la sterilità è meno probabile, ma l’infezione può colpire i testicoli causando dolore e febbre.
Raramente possono verificarsi: artrite, lesioni epidermiche, infiammazione agli occhi e all’uretra.

Come si diagnostica?

Tramite un esame delle urine e un prelievo di tessuto infetto. Se hai avuto un rapporto sessuale non protetto o se hai il dubbio di aver contratto la Clamidia, rivolgiti al tuo medico o recati presso l’Unità Operativa Malattie Sessualmente Trasmesse (UOMST) a te più vicina per effettuare il test.
Se risulti positivo alla Clamidia astieniti da qualunque tipo di rapporto sessuale per almeno 4 mesi dal termine della cura e, trascorso questo tempo, rifai i test di controllo. Avvisa inoltre tutte le persone con cui hai avuto rapporti sessuali negli ultimi 6 mesi e consiglia loro di fare i dovuti test.

Come si cura?

La Clamidia viene curata con antibiotici. La terapia va fatta in modo corretto, attenendosi scrupolosamente alle istruzioni del personale medico, per evitare la comparsa di resistenze.
Va ricordato che, una volta guariti, non si diventa immuni a successive infezioni. Chi ha già contratto la Clamidia corre un elevato rischio di contrarre nuovamente l’infezione. Inoltre aumenta notevolmente la possibilità che le conseguenze dell’infezione diventino molto serie.

Come si previene?

Con l’utilizzo corretto del profilattico durante il rapporto sessuale
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzando il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali
- Effettuando il test periodicamente (almeno una volta all’anno) se si hanno rapporti occasionali e frequenti con più persone.

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GONORREA

Gonorrea, detta anche Blenorragia o Scolo, è una Malattia Sessualmente Trasmissibile (MST) altamente contagiosa, notevolmente diffusa in tutto il mondo. Negli ultimi anni in Italia si sta verificando un preoccupante aumento dei casi.
La Gonorrea è un’infezione acuta causata da un batterio, il Gonococco, che si trova preferibilmente nelle mucose genitali, nella faringe e nell’ano delle persone infette. Per tale motivo il contagio può avvenire anche in caso di rapporto sessuale non completo.
Chi è infettato da Gonorrea corre un rischio cinque volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive.
Una volta guariti non si acquisisce immunità nei confronti di successive infezioni: si può infatti essere nuovamente contagiati un numero infinito di volte. Spesso la Gonorrea viene trasmessa assieme a un altro batterio che causa una sintomatologia simile: la Clamidia. Di conseguenza la terapia prevede di trattare entrambe le infezioni.

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Praticando sesso orale non protetto (sia attivo che passivo)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Tramite la masturbazione reciproca
- Tramite un bacio profondo e prolungato
- Tramite lo scambio di biancheria intima e di salviette
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Anche appoggiare semplicemente il pene vicino all’ano di una persona infetta può provocare il contagio
- Tramite passaggio del batterio dalla madre infetta al bambino
- È possibile le trasmissione dai genitali ad altre parti del corpo: per esempio, attraverso le mani si contagia l’occhio

Quali sono i sintomi?

Nell’uomo (dopo 2-14 giorni):
- Bruciore, prurito e/o difficoltà a urinare
- Abbondanti perdite di colore biancastro o giallo-verdastro
- Bruciore alla punta del pene
Nella donna (dopo 7-21 giorni):
- Prurito e bruciore mentre si urina
- Perdite vaginali anomale
- I genitali esterni si possono infiammare e il rapporto sessuale risulta doloroso
- Raramente dolore al basso ventre e sanguinamento anche se non si hanno mestruazioni
Nell’uomo e nella donna omosessuali:
Dolore anale con perdite di materiale purulento denso e sanguinamento (in caso di rapporti anali non protetti, o contatto con oggetti contaminati, o pratiche sessuali estreme come fisting). Mal di gola, febbricola, in caso di infezione avvenuta tramite rapporto orale non protetto (faringite gonococcica).

Cosa succede se non si cura?

Se l’infezione non viene curata, il batterio può diffondersi a tutto il corpo compromettendo: articolazioni (artrite), cuore, pelle, occhi (congiuntivite), testicoli, prostata, vescica, fino ad arrivare a gravi infezioni e alla sterilità (soprattutto nella donna).

Come si diagnostica?

Esistono specifici esami di laboratorio in grado di diagnosticare la Gonorrea in maniera rapida e affidabile. Se hai avuto un rapporto sessuale non protetto o se hai il dubbio di aver contratto la Gonorrea, rivolgiti al tuo medico o recati presso l’Unità Operativa Malattie Sessualmente Trasmesse (UOMST) a te più vicina per effettuare il test.
Se risulti positivo alla Gonorrea, avvisa tutte le persone con cui hai avuto rapporti sessuali nell’ultimo mese e consiglia loro di fare i dovuti test.

Come si cura?

La Gonorrea viene curata con un’associazione di antibiotici, in modo da debellare anche eventuali infezioni opportunistiche (Clamidia). La terapia va fatta in modo corretto, attenendosi scrupolosamente alle istruzioni del personale medico, per evitare la comparsa di resistenze agli antibiotici.
Bisogna astenersi da rapporti sessuali fino al termine della terapia, per evitare di infettare altre persone.
Va ricordato che, una volta guariti, non si diventa immuni a successive infezioni. Questo vuol dire che è sempre possibile ammalarsi di Gonorrea.

Come si previene?

- Con l’utilizzo corretto del profilattico durante il rapporto sessuale
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzando il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali
- Effettuando il test periodicamente se si hanno rapporti occasionali e frequenti con più persone.

 

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SIFILIDE

Parlare di Sifilide è difficile perché è una malattia complessa, sia per le vie di trasmissione che per le sue manifestazioni. Queste infatti possono essere molto diverse da persona a persona, e può capitare che alcuni sintomi vengano scambiati per quelli di altre malattie meno gravi, ritardando o sbagliando la cura.
La Sifilide (detta anche Lue) è causata da un batterio, il Treponema Pallidum, presente in tutte le secrezioni corporali delle persone infette e nelle lesioni cutanee, genitali e mucose (anche quella della bocca!).
Chi ha la Sifilide rischia maggiormente di essere contagiato dal virus dell’HIV (agente infettivo dell’AIDS) perché le lesioni cutanee rappresentano la porta di ingresso per il virus. Spesso inoltre Sifilide e HIV vengono trasmessi insieme.
Una volta guariti non si acquisisce immunità nei confronti di successive infezioni: si può infatti essere nuovamente contagiati un numero infinito di volte. A seguito della guarigione, nel sangue rimangono gli anticorpi (che non danno protezione!) per moltissimi anni, spesso per tutta la vita (cicatrice sierologica).

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Tramite contatto fra genitali e strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Tramite contatto dei genitali con lesioni cutanee o mucose provocate dalla Sifilide
- Tramite contatto con lesioni cutanee che si manifestano nel corso della malattia
- Tramite passaggio del batterio dalla madre infetta al bambino (Sifilide congenita)

Quali sono i sintomi?

Fase primaria (da 2 a 8 settimane dopo il contagio):
Comparsa di un nodulo, cioè una specie di brufoletto indolore, in corrispondenza del luogo in cui il batterio è penetrato (bocca, lingua, labbra, faringe, scroto, glande, asta del pene, vagina, regione attorno all’ano).
In seguito, questo nodulo può trasformarsi in un’ulcera, detta Sifiloma, che non è dolente (a differenza, per esempio, dell’Herpes)
Il Sifiloma può apparire anche sulle mani o in altre parti del corpo. Possono ingrossarsi i linfonodi vicini al Sifiloma.
Fase secondaria (da 3 a 12 settimane dalla comparsa del Sifiloma):
- Macchie disseminate sulla pelle del corpo che possono coinvolgere anche mani e piedi (rash cutaneo)
- Linfonodi ingrossati in tutto il corpo (circa nel 10% dei casi)
- Possibile caduta di peli e unghie
- Formazione di chiazze circolari con un contorno rosso (bocca, palato, faringe, laringe, glande, pene, vulva, canale anale e retto)
- Sintomatologia simile a quella influenzale (febbricola), che però può essere di lieve entità o non esserci del tutto
- Danni a vari organi del corpo (cervello, cuore soprattutto nei soggetti sieropositivi)
Fase terziaria (da 3 a 10 anni dalla fase secondaria):
Ingenti danni agli organi interni, al cervello, ai nervi, agli occhi, al cuore, ai vasi sanguigni, al fegato, alle ossa e alle articolazioni.

Cosa succede se non si cura?

Se non curata, la Sifilide porta a gravi danni al sistema nervoso, con perdita della capacità di controllare i movimenti muscolari, paralisi, confusione mentale, sviluppo di demenza, cecità, meningite. Infine sopraggiunge la morte.

Come si diagnostica?

Esistono specifici esami di laboratorio in grado di diagnosticare la Sifilide in qualsiasi fase si trovi. Se hai avuto un rapporto sessuale non protetto o se hai il dubbio di aver contratto la Sifilide, rivolgiti al tuo medico o recati presso l’Unità Operativa Malattie Sessualmente Trasmesse (UOMST) a te più vicina per effettuare il test.
Se risulti positivo alla Sifilide, avvisa tutte le persone con cui hai avuto rapporti sessuali negli ultimi 6 mesi e consiglia loro di fare i dovuti test.

Come si cura?

La Sifilide viene curata con la Penicillina e, se la terapia viene effettuata nella maniera corretta, si guarisce completamente. Va ricordato che, una volta guariti, non si diventa immuni a successive infezioni. Questo vuol dire che è sempre possibile ammalarsi di Sifilide.

Come si previene?

- Con l’utilizzo corretto del profilattico durante il rapporto sessuale
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Utilizzando il profilattico sin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzando il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali
- Effettuando il test periodicamente se si hanno rapporti occasionali e frequenti con più persone.

 

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TRICOMONIASI

È causata da un Protozoo, il Trichomonas vaginalis, che infetta la vagina e le vie urinarie. È una delle MST più diffuse al mondo. Come per altre Malattie Sessualmente Trasmissibili, dopo essere guariti non si acquisisce immunità.
L’utilizzo corretto del profilattico è un metodo molto efficace per proteggersi dalla Tricomoniasi.
Chi è infettato da Tricomoniasi corre un rischio due volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive.

Come si trasmette?

Attraverso rapporti vaginali non protetti.
Attraverso lo scambio di oggetti per il piacere sessuale contaminati.

Quali sono i sintomi?

Uomo: spesso asintomatica, talora bruciore mentre si urina e piccole perdite.
Donna: prurito o bruciore ai genitali esterni, con perdite vaginali giallastre e maleodoranti.

Cosa succede se non si cura?

Uomo: irritazione del pene, infiammazione delle prostata, infertilità.
Donna: infezioni all’utero e alle tube.

Come si diagnostica?

Tramite diagnosi di laboratorio, basata sull’esame microscopico delle secrezioni e dell’urina. Nell’uomo la diagnosi è più difficoltosa.

Come si cura?

Con un ciclo di antibiotici mirati e prescritti dal medico.

Come si previene?

Con il corretto utilizzo del profilattico e seguendo scrupolosamente le regole del sesso sicuro.

 

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HERPES GENITALE

È una Malattia Sessualmente Trasmissibile molto diffusa. È causata da un virus, l’Herpes Virus (HSV-2), simile a quello che provoca le classiche vescicole sulla bocca. Una volta infettati, il virus rimane nel nostro corpo per tutta la vita e non è attualmente possibile liberarsene. Si possono solamente effettuare terapie volte ad alleviare i sintomi e ad accorciare i tempi di guarigione delle lesioni. Chi ha l’Herpes genitale corre un rischio cinque volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV se ha rapporti non protetti con persone sieropositive durante un episodio erpetico acuto.

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Praticando sesso orale non protetto (sia attivo che passivo)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Tramite la masturbazione reciproca
- Tramite baci, carezze, effusioni (il virus viene eliminato sulla pelle e sulle mucose)
- Tramite il contatto con le lesioni (sono molto infettive!)
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Tramite passaggio del virus dalla madre infetta al bambino durante il parto

Quali sono i sintomi?

Prima infezione:
Generalmente si inizia con una fastidiosa sensazione di bruciore e formicolio nella zona dove poi compariranno le lesioni.
Si formano lesioni multiple e dolenti, simili a vescicole, sulla mucosa o sulla cute dei genitali. Rapidamente le vescicole si rompono lasciando piccole ulcere dolorose. In seguito compaiono le croste che spariranno in pochi giorni.
Possibili complicanze come: febbre, mal di testa, dolori articolari, costipazione (in caso di herpes anale), difficoltà o impossibilità a urinare.
Raramente può verificarsi anche meningite. Altri sintomi sono: gonfiore dei genitali (le ghiandole della zona inguinale sono dolenti), possibili perdite uretrali, vaginali o anali.
I successivi episodi erpetici, cioè episodi successivi al primo, sono molto più blandi ma sempre fastidiosi, data la localizzazione. Una volta infettato l’organismo, il virus si risveglia periodicamente in seguito anche a svariati stress (febbre, altre infezioni, luce solare, lampade abbronzanti, traumi) e provoca sintomi simili alla prima volta, ma più lievi.

Come si diagnostica?

La diagnosi è di norma basata sull'osservazione delle lesioni. Volendo, è possibile confermarla con esami in centri specializzati.
Per stabilire se una persona è stata esposta al virus dell'Herpes, esistono test per la ricerca degli anticorpi nel sangue.

Come si cura?

Attualmente non esiste una cura definitiva per il virus dell’Herpes. Il medico potrà comunque stabilire se utilizzare farmaci antivirali, volti alla riduzione della durata delle lesioni e dei sintomi.
Possono dare sollievo bagni con acqua leggermente salata oppure impacchi con ghiaccio avvolto in un panno. Inoltre sostanze come l’amido o l’alcol (molto doloroso) risultano più efficaci delle creme dermatologiche a base di antivirali.
In casi gravi possono essere prescritti anche antidolorifici (soprattutto durante la prima infezione).

Come si previene?

- Astenersi da rapporti sessuali durante gli episodi acuti (quando cioè sono presenti le vesciche sui genitali)
- Usare il profilattico durante il rapporto sessuale
- Utilizzare il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzare il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzare il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali
Il profilattico resta sempre il modo migliore per ridurre il rischio di contrarre Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), anche se nel caso dell’Herpes non dà garanzie di protezione totale contro il virus.
L’utilizzo del profilattico riduce di oltre il 50% il rischio di contagio nei periodi in cui c'è l’eliminazione del virus dalla pelle (ma non ci sono le vesciche).

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AIDS

L'AIDS è una sindrome clinica caratterizzata da un progressivo deterioramento del sistema immunitario causato dal Virus HIV. Questo stato degenerativo progredisce finché il sistema immunitario diventa incapace di contrastare l’attacco di alcuni microrganismi, portando all’insorgenza di gravi infezioni e tumori.
Il virus, una volta penetrato nell’organismo umano, determina il cosiddetto stato di “Sieropositività”.
Con il termine “Sieropositivo” si intende comunemente una persona che ha nel sangue gli anticorpi anti-HIV. Chi è sieropositivo può trasmettere il virus ad altre persone.
Lo stadio di sieropositività è un stato latente e solitamente asintomatico che precede la fase conclamata (AIDS).
Si può rimanere sieropositivi per un periodo più o meno lungo, che può durare anche molti anni. Tuttavia, se non ci si sottopone a terapia farmacologica si va sicuramente in contro alla fase conclamata (AIDS).

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale). Un solo contatto sessuale può provocare il contagio
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Tramite scambio di siringhe, rasoi, spazzolini o altri oggetti che possano venire a contatto con il sangue
- Con trasfusioni di sangue infetto
- Tramite passaggio del virus dalla madre sieropositiva al bambino durante il parto o l'allattamento
I liquidi biologici in grado di trasmettere l’infezione da HIV sono: sperma, liquido lubrificante pre-spermatico, secrezioni vaginali, sangue, latte materno. Non è necessario il contatto con ferite aperte o piccoli traumi: è sufficiente il contatto del virus con le mucose intatte.

Come invece NON viene trasmesso?

- Tramite contatto cutaneo attraverso la pelle integra, carezze e baci
- Attraverso la puntura di insetti
- Tramite starnuti o colpi di tosse
- Nei servizi igienici
- Utilizzando stoviglie comuni
- Sui mezzi di trasporto
- Tramite asciugamani

Quali sono i sintomi?

Non sempre si manifestano sintomi in seguito all’infezione da HIV. Tuttavia, può comparire una sindrome “Acuta” che dura poco più di una settimana, con sintomi quali: febbre, ingrossamento dei linfonodi ed eritema sulla pelle.

Cosa succede se non si cura?

Il sieropositivo che non si sottoponga alle terapie svilupperà lo stato conclamato di AIDS e andrà in contro alla morte a causa di infezioni opportunistiche o di tumori.

Come si diagnostica?

Esistono test specifici per la rilevazione degli anticorpi nel sangue. Questi esami possono risultare falsamente negativi durante il cosiddetto “Periodo finestra” (8-12 settimane circa dopo il contagio), poiché il nostro organismo impiega del tempo a fabbricare gli anticorpi.
Se hai avuto un rapporto sessuale non protetto o se hai il dubbio di aver contratto il virus HIV, rivolgiti al tuo medico o recati presso l’Unità Operativa Malattie Sessualmente Trasmesse (UOMST) a te più vicina per effettuare il Test.
Se risulti positivo, avvisa tutte le persone con cui hai avuto rapporti sessuali nell’ultimo anno e consiglia loro di fare il test.

Come si cura?

Per contrastare il virus esistono ormai molti farmaci che agiscono a diversi livelli del ciclo vitale del virus. Attualmente la terapia serve per controllare la replicazione del virus, mentre non si è ancora in grado di eliminarlo definitivamente.
La terapia va seguita nei modi e nei tempi prescritti dal medico. In caso contrario si possono instaurare resistenze e inefficacia dei farmaci.
Il sieropositivo che non si sottoponga alla terapia farmacologica, prima o poi si ammalerà di AIDS. La malattia, se non trattata, può condurre alla morte.
Esistono inoltre trattamenti d’emergenza (profilassi post-esposizione) per ridurre il rischio di contrarre il virus HIV, in seguito a esposizione accidentale a materiale infetto (rottura del profilattico, violenza sessuale, ferite con siringhe usate, contatto con sangue infetto). Queste cure vanno iniziate il prima possibile dal presunto contatto.

Come si previene?

- Utilizzando sempre il profilattico in modo corretto durante qualsiasi tipo di rapporto sessuale (orale, anale, vaginale)
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Con rapporti sessuali “responsabili”: basso numero di partner, conoscenza dello stato di salute del proprio partner
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzando il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali
- Effettuando il test periodicamente (ogni 6 mesi) se si hanno rapporti occasionali e frequenti con più persone
- Utilizzando siringhe sterili monouso, che non vanno scambiate con altre persone o riutilizzate per successive iniezioni
- Tramite profilassi post-esposizione in seguito a contatto accertato con materiale infetto.

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CONDILOMI

Sono causati da un virus, il Papilloma Virus (HPV), simile a quello delle verruche che si formano sulla pelle. Questo virus colpisce in maniera indiscriminata uomini e donne, omosessuali ed eterosessuali.
I condilomi, detti anche “Creste di Gallo” sono dei piccoli tumori benigni che possono insediarsi sugli organi genitali (pube, pene, testicoli), all’entrata della vagina e dell’ano, sull’uretra e sul collo dell’utero. Talvolta ne sono colpiti l’inguine e la coscia.
Queste escrescenze (verruche) possono essere piatte o in rilievo, di dimensioni variabili e possono trovarsi isolate o in gruppi.
Chi è infettato da Condilomi corre un rischio sei volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive.
In alcuni casi i Condilomi possono evolvere verso il cancro dell’utero (nella donna) o dell’ano e del retto (uomo).

Come si trasmettono?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Tramite contatto diretto con la pelle della persona infetta
- Tramite lo scambio di biancheria intima e di salviette
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- Anche appoggiare semplicemente il pene vicino all’ano di una persona con Condilomi in zona perianale può provocare il contagio

Quali sono i sintomi?

Sia nell’uomo che nella donna, si formano escrescenze più o meno grandi in prossimità dei genitali o in zona anale. Queste formazioni possono essere totalmente asintomatiche, possono dare fastidio o provocare dolore. A volte si ha rottura e sanguinamento dei condilomi.
Generalmente i Condilomi sono destinati a crescere nel tempo, fino a diventare un ostacolo per il rapporto: sia dal punto di vista meccanico che per il dolore e il sanguinamento che provocano durante l’atto sessuale.

Cosa succede se non si cura?

Oltre ad aumentare il rischio di contrarre il virus dell’HIV, i Condilomi possono portare al cancro. Va però precisato che non tutti i tipi di condiloma evolvono a tumore. Tuttavia, è sempre meglio rimuoverli quanto prima, anche per evitare che l’infezione si propaghi ad altre persone.

Come si diagnostica?

La diagnosi va fatta dal medico specialista, che sarà in grado di distinguerlo da altre lesioni apparentemente simili (ad esempio sifilide). È inoltre consigliabile indagare su eventuali infezioni contratte contemporaneamente (Sifilide, HIV, Epatite, eccetera).
Se hai avuto un rapporto sessuale non protetto o se hai il dubbio di aver contratto i Condilomi, rivolgiti al tuo medico oppure recati presso l’Unità Operativa Malattie Sessualmente Trasmesse (UOMST) a te più vicina per farti visitare.

Come si cura?

La terapia varia a seconda della grandezza delle escrescenze e del distretto corporeo sul quale sono presenti.
Terapia di tipo FISICO: crioterapia (bruciatura con azoto liquido), diatermocoagulazione (bruciatura con calore), laser-terapia, intervento chirurgico.
Terapia di tipo CHIMICO: consiste nell’applicazione di specifici prodotti dermatologici direttamente sulla lesione.
La durata della cura può essere molto lunga ed è necessario avere pazienza, finché il proprio sistema immunitario non riesca a “far piazza pulita” del virus. Infatti non è raro che le escrescenze si riformino.
Inoltre è consigliabile evitare rapporti sessuali per tutto il periodo del trattamento per non diffondere l’infezione.

Come si previene?

Il modo migliore per evitare il contagio durante un rapporto sessuale resta sempre il profilattico, anche se non dà garanzie per altri contatti di tipo extra genitale (oro-anale, cutaneo). Valgono poi le regole d’oro per ogni rapporto sessuale:
- usare il profilattico durante il rapporto sessuale;
- evitare rapporti sessuali non protetti con persone infette;
- utilizzare il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare;
- utilizzare il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale;
- utilizzare il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali;
- effettuare periodicamente visite dallo specialista se si hanno rapporti occasionali e frequenti con più persone;
- evitare di scambiarsi biancheria intima e salviette.

 

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DONOVANOSI

È un’infezione progressiva, causata da un batterio, il “Calymmatobacterium granulomatis ”, che colpisce la cute dei genitali.
Detto anche “Granuloma inguinale”, è molto raro alle nostre latitudini, ma è più frequente nelle aree tropicali e subtropicali (Vietnam, Indonesia, India, Medio oriente, Cina, Giamaica, America del Sud, Caraibi, Africa). Riguarda quindi soprattutto i viaggiatori.
Chi è infettato da Donovanosi corre un rischio sette volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive.

Come si trasmette?

Attraverso rapporti sessuali non protetti di qualsiasi tipo (orale, anale, vaginale).

Quali sono i sintomi?

Si forma una lesione (nodulo) di colore rosso scuro che in seguito si trasforma in un’ulcera infetta e maleodorante. L’ulcera, che è molle e indolore, può crescere e sanguinare. C’è anche gonfiore dei tessuti circostanti. Le ulcere possono durare anni e lasciare cicatrici deturpanti.

Cosa succede se non si cura?

La malattia, se non curata, si diffonde ai tessuti circostanti (auto infezione) provocandone abbondante distruzione. A volte l’infezione raggiunge le ossa, le articolazioni o il fegato.

Come si diagnostica?

La diagnosi avviene mediante osservazione al microscopio di un pezzetto di lesione precedentemente asportato (biopsia).

Come si cura?

La terapia è lunga (circa un mese) e viene effettuata tramite la somministrazione di antibiotici mirati.

Come si previene?

Le regole di sesso sicuro e protetto restano sempre valide. Tuttavia, il consiglio migliore è quello di astenersi da rapporti sessuali nei Paesi in cui è presente l’infezione.

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EPATITI

Per Epatite si intende uno stato di infiammazione del fegato dovuto a diversi fattori o a sostanze tossiche, quali: alcol, farmaci, alcune sostanze chimiche, virus e altri microbi.
Noi tratteremo le Epatiti di origine virale, cioè quelle trasmissibili anche sessualmente. I principali virus che causano Epatite sono i virus A, B e C.
La cosa importante è la possibilità di vaccinarsi nei confronti dei virus di tipo A e B.

Come si trasmette?

Epatite A:
- tramite cibo e bevande contaminate (frutti di mare crudi, frutta e verdura contaminate e non lavate);
- uso comune di stoviglie contaminate;
- pratiche sessuali che coinvolgono la bocca e l’ano oppure le mani (rimming, fisting, fingering).
Epatite B:
- tramite rapporti sessuali di ogni tipo (orali, anali e vaginali);
- tramite scambio di oggetti per l’igiene personale (spazzolini, rasoi);
- tramite scambio di siringhe usate;
- tramite scambio di giocattoli sessuali contaminati;
- durante l’esecuzione di tatuaggi o piercing, tramite strumenti non sterilizzati e contaminati da sangue di altre persone;
- il bacio profondo e prolungato può essere un possibile veicolo di contagio;
- tramite la trasmissione del virus dalla madre al bambino durante il parto.
Epatite C:
-ha una bassa probabilità di essere trasmessa tramite rapporti sessuali, anche se esiste la possibilità che questo avvenga;
- il virus viene trasmesso soprattutto tramite scambio di sangue, ma non tramite contatto cutaneo.

Quali sono i sintomi?

Epatite A
Spesso non compare alcun sintomo. Altre volte compaiono affaticamento, febbre, nausea o vomito, feci chiare, una colorazione gialla degli occhi e della pelle chiamata “Ittero”, urina color scuro, dolore al fianco destro che si può diffondere alla schiena.
Epatite B
I sintomi sono per lo più simili a quelli dell’Epatite A. In casi rari l’Epatite B ha un decorso detto "fulminante" e in pochissimi giorni si va incontro al coma e alla morte (ciò succede in un caso su mille).
Epatite C
Il 70% delle persone contagiate da questo virus non ha sintomi; quando compaiono, sono gli stessi dell’ epatite A o B.

Quali sono le complicanze?

L’Epatite A non cronicizza mai e nella maggior parte dei casi non è necessario alcun trattamento.
Nel caso dell’Epatite B, circa il 10% delle persone diventa portatore cronico a vita e, di conseguenza, contagioso per via sessuale. Con il passare del tempo si può avere un’infiammazione cronica che può trasformarsi in cirrosi epatica.
L’Epatite C cronicizza nella stragrande maggioranza dei casi e questo può portare a cirrosi e cancro del fegato.

Come si diagnostica?

Tramite appositi esami di laboratorio.

Come si cura?

Dall’Epatite A si guarisce sempre, tranne in rari casi in cui si arriva al trapianto di fegato o alla morte.
Per le forme croniche di Epatite B e C esistono attualmente delle cure con farmaci particolari (Interferone e Ribavirina).

Come si previene?

Per le Epatiti A e B esiste un vaccino efficace. Mentre per il tipo C non è ancora possibile vaccinarsi.
Valgono tutte le regole del sesso sicuro per evitare di essere contagiati dal virus di tipo A e B.
Assolutamente da evitare lo scambio di siringhe usate per iniettare droghe.

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LINFOGRANULOMA VENEREO

È un’infezione provocata da un batterio, una variante di Chlamydia trachomatis, che provoca una malattia cronica diffusa soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali.
Il contagio avviene attraverso qualsiasi lesione della pelle o delle mucose durante il rapporto sessuale.

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati

Quali sono i sintomi?

Primo stadio:
- gonfiore simile a un foruncolo sui genitali;
- vescicola che si trasforma in una piccola ulcera non dolorosa e scompare velocemente;
- infiammazione delle vie urinarie;
- frequente ulcera anale.
Secondo stadio (da 10 giorni a 6 mesi dopo l’infezione):
- ingrossamento dei linfonodi inguinali;
- dolore all’inguine;
- febbre, malessere generale, tosse, mal di testa;
- le ghiandole possono aprirsi e lasciare uscire il pus.

Cosa succede se non si cura?

Se non viene curata, si entra nel Terzo Stadio della malattia, in cui ricompaiono le ulcere genitali. Dopo anni si giunge a gonfiore cronico dei genitali e restringimento dell’ano.

Come si diagnostica?

In laboratorio vengono analizzati sangue e liquido che trasuda dalle ulcere. E’ necessario sottoporre a indagini anche i partner sessuali dei mesi precedenti.

Come si cura?

Data la natura cronica della malattia, la cura consiste in cicli ripetuti con antibiotici mirati.

Come si previene?

- usare il profilattico durante il rapporto sessuale;
- utilizzare il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare;
- utilizzare il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale;
- utilizzare il profilattico fin dall’inizio anche durante i rapporti orali.
Il profilattico resta sempre il modo migliore per ridurre il rischio di contrarre Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), anche se in caso di Linfogranuloma venereo non dà garanzie di protezione totale.


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PEDICULOSI

La Pediculosi del pube (piattole) è causata da un parassita simile ai pidocchi della testa, il Phthirus pubis, che si annida fra i peli pubici, tra quelli del petto e sotto le ascelle.
Colpisce milioni di persone nel mondo ed è pertanto molto comune.

Come si trasmettono?

Durante il rapporto sessuale, tramite il contatto delle zone intime; ma anche attraverso il contatto con lenzuola, asciugamani o abiti usati da una persona infestata da parassiti.

Quali sono i sintomi?

Prurito, spesso intenso, nell’area genitale. Tra i peli del pube e nella biancheria intima possono comparire piccolissimi residui scuri, simili a sabbia, costituiti dalle loro feci.

Come si diagnosticano?

La diagnosi viene effettuata con una lente, tramite attenta osservazione delle zone genitali ricoperte da peli.

Come si eliminano?

Per eliminare i parassiti e le uova occorrono specifiche lozioni o schiume, acquistabili in farmacia. Questi prodotti vanno lasciati a contatto per un’ora circa con le aree interessate. Il trattamento deve essere ripetuto dopo circa 8 giorni per annientare eventuali sopravvissuti.
È inoltre consigliabile radere la zona infestata. Le lenzuola e la biancheria vanno lavate a elevata temperatura e stirate a caldo, aspettando qualche giorno prima di indossarle nuovamente.
Tutti i partner con i quali si sono avuti rapporti nel mese precedente vanno avvisati e controllati.

Come si prevengono?

Non esistono prodotti specifici che assicurino una vera protezione. Tuttavia è sempre consigliata la pratica del sesso sicuro per evitare di contrarre altre MST.
Contrariamente a quanto alcuni possano pensare, le piattole NON saltano da una persona all’altra, ma è necessario il contatto fisico per trasmettere l’infestazione.

 

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SCABBIA


La Scabbia è causata da un parassita della pelle, il Sarcoptes scabiei, un acaro invisibile a occhio nudo che scava cunicoli sotto la cute umana e vi depone le uova.

Come si trasmette?

Tramite contatto prolungato con una persona infetta, con lenzuola infestate dal parassita, con gli indumenti contaminati.

Quali sono i sintomi?

Il prurito, specialmente notturno, è il più tipico dei sintomi. Il fastidio è talmente insopportabile che si finisce per ferirsi grattandosi in maniera eccessiva.
Sulla cute compaiono lesioni di vario tipo, come papule (piccole chiazze rosse in rilievo), vescicole e lesioni lineari, corrispondenti ai cunicoli scavati dall’acaro. Possono essere presenti croste o infezioni della pelle conseguenti al grattamento. Le zone più frequentemente colpite sono: gli spazi fra le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ascelle, le regioni al di sotto delle mammelle, l’addome, i genitali maschili e le natiche.

Come si diagnostica?

La diagnosi viene fatta cercando un cunicolo sulla cute e cercando il parassita al microscopio, dopo aver prelevato un campione di una lesione.

Come si cura?

Applicando sulla pelle appositi prodotti detti “Scabicidi”, acquistabili in farmacia, a base di piretrine o altre sostanze chimiche. La terapia va effettuata seguendo scrupolosamente le indicazioni del medico per evitare recidive.
Il prurito permane diverse settimane anche dopo aver debellato il parassita.

Come si evita la diffusione?

Se si è venuti in contatto con una persona affetta da Scabbia è consigliabile:
- effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia;
- sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione;
- lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C;
- porre in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana), lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all’aria. L’acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.

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ULCERA MOLLE O CANCROIDE

Si tratta di un’infezione causata da un batterio, l’Haemophilus ducreyi, molto raro alle nostre latitudini, ma più frequente nelle regioni tropicali e sub-tropicali di Africa, America del Sud e Oriente.
Questa MST riguarda quindi principalmente chi viaggia e chi pratica turismo sessuale.
È una malattia molto contagiosa e l’infezione può essere facilmente “trasportata” da un punto all’altro del corpo.
Si trasmette facilmente attraverso qualunque tipo di rapporto sessuale (orale, anale, vaginale). È anche possibile la trasmissione da parte di soggetti asintomatici, ossia che non hanno alcuna manifestazione visibile.
L’utilizzo del profilattico offre una discreta protezione dal contagio, anche se non totale.
Chi è infettato da Ulcera molle corre un rischio sette volte maggiore di essere contagiato dal virus dell’HIV durante un rapporto non protetto con persone sieropositive.

Come si trasmette?

- Attraverso rapporti sessuali di ogni tipo (orale, anale, vaginale)
- Con il semplice contatto fra genitali
- Utilizzando strumenti a uso genitale contaminati
- Con scambio e utilizzo di giocattoli sessuali contaminati
- È possibile la trasmissione da un punto all’altro del corpo

Quali sono i sintomi?

- Formazione di ulcere molto dolenti a livello dei genitali
- Ingrossamento dei linfonodi inguinali
- Dolore all’ano e sanguinamento
- Perdite uretrali (nell’uomo)
- Perdite vaginali (nella donna)

Cosa succede se non si cura?

Possono insorgere complicanze, quali: formazione di fistole (piccoli buchi attorno ai genitali, dai quali fuoriesce pus), ulcerazione dei linfonodi, febbre.

Come si diagnostica?

Essendo facile confonderla con altre MST, quali Herpes o Sifilide, è necessario affidarsi ad un centro specializzato per confermare la diagnosi, anche tramite esami speciali effettuati sul liquido che trasuda dalle ulcere.

Come si cura?

Il contenuto dei bubboni deve essere aspirato, mentre la terapia farmacologica si basa sulla somministrazione di antibiotici. I malati vanno tenuti sotto controllo per tre mesi, dopo di che devono essere sottoposti a screening per eventuali altre MST.

Come si previene?

- Con l’utilizzo corretto del profilattico durante il rapporto sessuale
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Utilizzando il profilattico per proteggere gli oggetti utilizzati per la pratica sessuale
- Utilizzando il profilattico fin dall'inizio anche durante i rapporti orali
- Prestare la massima attenzione durante i viaggi nelle località a rischio

Il profilattico resta sempre il modo migliore per ridurre il rischio di contrarre Malattie Sessualmente Trasmissibili (MST), anche se nel caso dell’Ulcera molle non dà garanzie di protezione totale.

 

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CANDIDA O CANDIDOSI

È una Malattia Sessualmente Trasmissibile causata da un fungo (più precisamente un lievito), il Candida albicans, che abita normalmente sulle mucose genitali e nel cavo orale (asintomatica). In determinate circostanze, legate a particolari condizioni in cui si trova la persona (per esempio, lievi stati di deficit immunologico, uso di antibiotici, uso della pillola contraccettiva, diabete, abuso di alcolici, dolci, scarsa o eccessiva igiene intima, detergenti o biancheria poco adatta), la candida può crescere velocemente e più abbondantemente, provocando sintomi fastidiosi ed irritazioni alle mucose.
Circa 2/3 di tutte le donne in età fertile ha avuto almeno un episodio di candidosi vaginale nell’arco della sua vita che, nel 4-5% dei casi, si trasforma in vaginite ricorrente cronica (si verifica in più di 3 episodi all’anno), estremamente difficile da controllare e quasi mai curata in via definitiva fino alla menopausa.

Come si trasmette?

- Con rapporti sessuali non protetti: sono a rischio TUTTI i tipi di rapporto (orale, anale, vaginale)
- Praticando sesso orale non protetto (sia attivo che passivo)
- Utilizzo nelle parti intime di asciugamani e biancheria intima utilizzati da una persona infetta
- Insorgenza spontanea, in seguito a deficit immunitario legato, ad esempio, all’uso protratto di antibiotici, all’uso di contraccettivi orali, estrogeni o corticosteroidi.

Quali sono i sintomi?

Presenza di lesioni biancastre con o senza sintomi locali (prurito, irritazione) a livello del cavo orale.
Nell’uomo: eruzione cutanea ed infiammazione evidente della pelle del pene (glande), che può raggiungere anche la zona del prepuzio. Si aggiungono poi intenso bruciore della zona infiammata e, raramente, la comparsa di perdite biancastre e la formazione di materia grumosa giallastra intorno al prepuzio. Nella donna: arrossamento, bruciore, prurito sulle mucose genitali, accompagnati spesso da perdite biancastre, lattiginose più o meno cospicue, dolore durante i rapporti e la minzione.
I sintomi possono comparire anche molto tempo dopo l’inizio della crescita anomale di questo fungo sulle mucose.

Cosa succede se non si cura?

In assenza di trattamento le lesioni della candidosi tendono a permanere per lungo tempo e a diffondersi, soprattutto nel caso di immunodeficienza. Inoltre, se non trattata potrebbe avere conseguenze sulla fertilità.

Come si diagnostica?

La diagnosi di candidosi si effettua con l’esecuzione di uno striscio vaginale nella donna ed il tampone uretrale nell’uomo per la ricerca del fungo.

Come si cura?

La terapia della candidosi è antimicotica (antifungina), sia sistemica (compresse) che locale (creme, ovuli,
lavande). Essendo un’infezione sessualmente trasmissibile, il trattamento va eseguito in entrambi i partner altrimenti l’infezione rischia di ritrasmettersi tra i due membri della coppia (effetto “ping-pong”). Bisogna, inoltre tener presente che la terapia è di tipo fungostatico, ossia non elimina il fungo, ma ne blocca la replicazione e la moltiplicazione, non dando al sistema immunitario del soggetto la possibilità di eliminarlo. Pertanto, può recidivare dopo l’interruzione della terapia. Infine, poiché è un’infezione fungina cresce maggiormente in ambente anaerobio (privo d’aria), è consigliato l’utilizzo di biancheria di cotone e l’uso di gonne e calze corte (non collant) per le donne, mentre per gli uomini si consigliano boxer e pantaloni non stretti.

Come si previene?

- Con l’utilizzo corretto del profilattico durante il rapporto sessuale
- Evitando rapporti sessuali non protetti con persone infette
- Utilizzando il profilattico fin dall’inizio del rapporto sessuale e non indossarlo solo poco prima di terminare
- Importante la cura dell’igiene intima; si consigliano saponi e detergenti acidi
- Utile indossare biancheria intima di cotone ed evitare capi in nylon, microfibra ed abiti troppo stretti ed attillati
Data la mancanza di una sintomatologia evidente si raccomanda una politica di screening nella popolazione sotto i 25 anni o anche in soggetti con età superiore se vi siano fattori di rischio come partner multipli.
Per prevenire le infezioni recidivanti (più di 3 episodi all’anno) può aiutare una corretta alimentazione, che limita l’assunzione di zuccheri, alcol, latte e formaggi, bibite fermentate o gasate e lieviti, a vantaggio di frutta, verdura, yogurt e fermenti lattici per via orale o intravaginale.

 

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